L’ipertermia è una modalità terapeutica in ambito oncologico, che prevede una somministrazione di calore il più possibile selettiva a un tessuto tumorale, al fine di determinare in esso un aumento di temperatura compresa tra 42.5 e 43 °C. Esistono vari modi per generare ipertermia all’interno dell’organismo, che dipendono dalla forma di energia utilizzata. In particolare possiamo distinguere tra:
Microonde, radiazioni elettromagnetiche di frequenza compresa tra 300 e 2450 MHz;
Radiofrequenze, radiazioni elettromagnetiche di frequenza inferiore ai 300 MHz.
Da un punto di vista clinico risulta funzionale l’utilizzo delle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti. La penetrazione è di pochi centimetri nel caso delle microonde, mentre si raggiungono profondità che superano la decina di centimetri con tecniche a radiofrequenza. La profondità di penetrazione, infatti, aumenta al diminuire della frequenza. Per questo motivo nei trattamenti profondi vengono utilizzate le radiofrequenze.
Meccanismo d’azione
Le alte temperature raggiunte con i vari metodi sopra descritti all’interno del tumore determinano alcuni danni sulle proteine e sulle strutture cellulari che possono portare alla morte cellulare. L’ipertermia è sempre usata in associazione ad altre forme di terapia anticancro in particolare alla radioterapia e alla chemioterapia per rendere le cellule tumorali più sensibili all’effetto delle radiazioni e/o di alcuni farmaci. Ciò perché l’ipertermia può eventualmente aumentare la radiosensibilità e la chemio sensibilità dei tessuti tumorali quando si realizzino condizioni di ipossia, di carenza di elementi nutritivi cellulari e di basso pH. Tale situazione è quella che spesso si verifica nell’ambito di un tessuto in cui la vascolarizzazione è patologica come nella neoangiogenesi tumorale.
AVVISO IMPORTANTE
Cure oncologiche e COVID-19
In questo periodo ai malati oncologici è richiesta maggior cautela nel proseguire le terapie in quanto essi sono più suscettibili alle infezioni, COVID-19 compreso. I pazienti oncologici in trattamento attivo con chemioterapia o radioterapia devono rivolgersi allo specialista per valutare e discutere l’eventuale rinvio della cura, in base al rapporto tra i rischi per il singolo e per la collettività di contrarre l’infezione legati all’accesso in ospedale e i benefici attesi dal trattamento stesso. Quando possibile conviene rimandare ma se esiste il rischio che il tumore possa avanzare bisogna fare il trattamento programmato.
È Indicata per
– recidive di cancro mammario
– sarcomi dei tessuti molli
– tumori avanzati del collo uterino
– tumori cerebrali
– tumori dell’esofago
– tumori del polmone
– tumori del pancreas
– carcinosi peritoneale ( tumore ovarico, gastrico )
– tumori del fegato primitivi e secondari
– tumori radio resistenti ( prostata, recidive in generale )
È Controindicata nel caso di
– portatori di pace-maker
– trombosi profonde
– gravidanza
– protesi metalliche in vicinanza della sede da trattare
– scarsa sensibilità cutanea al calore